venerdì 15 ottobre 2010

I CONTI CHE NON TORNANO...ballano solo 500 milioni di € pari a 1.000 miliardi delle vecchie lire...per un'opera faraonica limitata al territorio cittadino che la maggioranza dei bresciani non ha mai voluto. Sono in molti a pensare che il metrò servirà solo ad ingrossare i conti correnti di pochi e irriducibili sostenitori del business party bresciano, già trasversale, e che oggi annovera la new entry leghista. Ma per i cittadini bresciani, dopo 1 MILIARDO di €. investiti in buchi e trenini, il compenso sarà una tassa perenne sul bilancio comunale corrente, anche per chi il metrò non lo userà, pari almeno ad €. 200/anno per famiglia dal 2013...


BRESCIAOGGI 
15 ottobre 2010 - Mimmo Varone

Metropolitana, Paroli e Fermi fanno i conti

Risorsa o problema? Il primo cittadino ora come ora propende per la seconda ipotesi, ma forse il «buco» temuto non fa così paura

Forse si comincia davvero a prendere la metropolitana per quello che è: un'impresa troppo grande per stare nei limiti di una sola amministrazione e imporre agli eredi di farsene carico volenti o nolenti. E forse si cominciano a vedere nella giusta luce pure i conti, fino a ieri oggetto di aspre polemiche: più che di errori del passato si comincia a parlare degli inganni dell'ottimismo, cancellati dalle sopraggiunte vacche magre. La lista Laura Castelletti ieri sera ha riempito in ogni ordine di posti la sala Piamarta di via San Faustino intorno al tema del metrò «risorsa o problema». E la mancanza di punto di domanda si è rivelata quanto mai giusta, perchè dai discorsi della stessa Castelletti e del sindaco Adriano Paroli, di Ettore Fermi già presidente di Brescia Mobilità, di Nicola Gallizioli e Luciano Cantoni (presidente e vice della neonata commissione comunale Metrobus) emerge proprio che la metropolitana leggera è entrambe le cose, risorsa da valorizzare al massimo, problema da risolvere tutti insieme. CERTO I DISTINGUO rimangono. Gallizioli ricorda di averla avversata e sottolinea che «ce la troviamo grazie a un referendum chiuso alle 7 di sera senza possibilità di votare dopo cena e di raggiungere il quorum». Paroli sottolinea che «tanti elementi sono stati affrontati nella progettazione con non esatta oculatezza». Ma ora l'invito di Castelletti e Cantoni a valorizzare il metrò pare aprire a un'alleanza trasversale che trova il suo luogo di elezione proprio nella commissione voluta dal sindaco Paroli. Dunque si affrontano i temi che la stessa organizzatrice dell'incontro pone, dalla questione finanziaria alle strategie urbanistiche e di mobilità, dallo sviluppo futuro del metrò alla necessità di una comunicazione che lo faccia conoscere e apprezzare, dall'edificabilità lungo il suo asse alle opere complementari. E Paroli li affronta tutti «per voltar pagina». Soltanto, «non accetto si dica che noi stiamo creando problemi al metrò - sottolinea - , i problemi ce li siamo trovati, e li risolveremo». Il Parco dello sport a San Polo potrà essere servito dalla metropolitana - dice -, la sede unica del Comune lo sarà con il prolungamento alla Fiera, il parcheggio sotto il Castello è una necessità per il centro, per i residenti e per tenere le piazze libere dalle auto, «ma per preferirlo al metrò bisognerà spendere di più». IL PROBLEMA RESTANO i conti, i 50 milioni di «maxirata» in scadenza l'anno prossimo, da pagare con un nuovo mutuo che Brescia Mobilità potrà accendere grazie alla patrimonializzazione (cessione della gestione dei parcheggi). Mutuo, tuttavia, che porterà l'indebitamento della Partecipata a 274 milioni equivalenti a una rata annua da 18 milioni. Si aggiungono i 452 milioni di riserve avanzate dall'Ati, per le quali «cerchiamo una soluzione diversa dall'arbitrato». In sostanza, «ci sono 500 milioni da trovare». Paroli ammette che le opere complementari sono in ritardo, ma tra i 23 milioni minimali e gli 85 del massimo in progetto «a fatica troveremo i 23 e il resto si farà per step successivi». I costi di gestione passerebbero da 6 a 9 milioni annui per il Comune e da 13 a 18 per la Regione. Ma con i tagli dei trasferimenti statali diventano un rebus, e «forse bisognerà portare gradualmente il biglietto a 1,90 euro, sperando che non venga salutata come cosa fuori luogo». Fermi, però, sui conti ha parecchio da precisare. «Parlare di maxirata è improprio - sottolinea -, il Piano finanziario prevedeva 41 milioni e non 50 di deficit, e non ci sono maxi buchi o gestioni deficitarie». Calcolando i 244 milioni a fondo perduto dello Stato, i 40 già approvati dal Cipe e in arrivo a fine anno, gli 80 aggiuntivi probabili, «non si devono spendere altri 500 milioni». Piuttosto, le condizioni di partenza erano diverse. E Paroli su questo concorda. Una volta c'era Asm, di cui si poteva vendere qualche quota mantenendone il controllo e «scrollarsi di dosso in un colpo solo i 270 milioni di debito». Con A2A non si può più, e sta qui il problema vero.